Il Capua, una nave da carico lunga circa 45 metri e larga quasi 8, fu costruita ad inizio dello scorso secolo nel Regno Unito. Con una stazza di quasi 400 tonnellate, trasportava armi per le truppe italiane in Africa, da Trapani a Tripoli. Il 27 aprile del 1943, durante una missione, un incendio a bordo causò una turbolenta esplosione, con l’unico risultato positivo del salvataggio dell’intero equipaggio, che raggiunse la Tonnara di Scopello. La nave, non potendo essere salvata, affondò nel sabbioso fondale nei pressi di cala Mazzo di Sciacca, situata precisamente alla Riserva dello Zingaro, a quasi 40 metri di profondità. Rimane il Relitto del Capua, visibile già durante la discesa nell’acqua, con il suo ponte ridotto a uno scheletro dagli anni trascorsi sott’acqua. Durante l’immersione, è possibile ammirare la poppa e il vano di carico della stiva, abitato da aragoste. I rottami e i pezzi della nave risultanti dall’esplosione ospitano murene e gronghi. L’insenatura che porta al relitto permette di esplorare anche il ventre della nave, ricco di lamiere e tubature arrugginite, dove è possibile incontrare i gronghi che lo popolano.